Gruaro
è un piccolo comune della provincia di Venezia tornato alle cronache
per un tragico evento accaduto nel 1933. I fatti di quel periodo sono
stati utilizzati da alcuni contemporanei per difendere
delle posizioni ideologiche, uccidendo per una seconda volta le
piccole vittime del paese veneto.
Per
raccontare la storia non possiamo allontanarci dai luoghi nei quali
tragicamente si consumò.
Il
toponimo Gruaro è stato interpretato in diversi modi: alcuni
studiosi attribuiscono il nome alla presenza di gru, altri lo fanno
derivare dall'antica lingua dei cimbri e dalla parola gruarius
ovvero guardino del bosco. Recenti scavi archeologici fanno risalire
il centro abitato all'epoca romana. Le prime notizie di vita comunale
risalgono al IX secolo, esattamente all'anno 838, quando l'imperatore
Lotario attribuisce delle terre ai monaci di un'abbazia, i quali
formeranno un centro abitato fortificandolo con la costruzione di un
castello.
Con
molta probabilità il paese sarebbe vissuto nell'anonimato se non
fossero accaduti i terribili eventi del 1933.
Proviamo
a ricostruire la vicenda.
“Nel
1933 i bambini di Gruaro vennero sacrificati sull'altare della
conoscenza: cavie umane a cui non è stata dedicata nemmeno una
lapide”.
1
Le
parole di Adamo Gasparotto, uno dei sopravvissuti alla letale
iniezione, non lasciano scampo, ma ancora non ci permettono di
comprendere la successione degli eventi.
Nella
primavera del 1933 le autorità fasciste scelsero il comune di Gruaro
e quello di Cavarzere per testare un nuovo vaccino contro la
difterite, malattia infettiva acuta e contagiosa provocata da un
batterio che infetta le vie aeree superiori. La tossina prodotta dal
batterio è responsabile di molte complicanze quali la paralisi dei
nervi cranici e periferici e la miocardite. Sin dal 1920 la
vaccinazione rappresenta la miglior strategia preventiva della
malattia. Negli anni cinquanta del secolo scorso, oltre 10000 persone
all'anno morivano in Italia a causa di questa malattia. 2
Quando
il potere politico decise per la vaccinazione dei bimbi trovò
resistenze all'interno della comunità, primo fra tutti il dottore di
Gruaro che si professava contrario a tale operazione. Lo scetticismo
non si arrestava al medico poiché tra la popolazione serpeggiava un
grande malumore. Purtroppo le autorità decisero che quel vaccino
doveva essere testato in quel momento ed in quel luogo.
La
maledetta puntura, contenente il vaccino, fu eseguita su 253 bambini
di età compresa tra i 13 mesi e gli otto anni.
Tale
visione è confermata dalle parole di Adamo Gasparotto: “Il
prefetto e le altre autorità di allora, su indicazione del regime,
scelsero i Comuni di Gruaro
e Cavarzere per
testare un
nuovo vaccino contro la difterite. Il
nostro dottore era del tutto contrario, ma evidentemente c’era il
bisogno di provare sul campo il vaccino.”3
Le
autorità, probabilmente, si chiesero quale fosse il miglior canale
d'informazione per la cittadinanza. Scelsero i parroci delle zone
indicate. I religiosi dovettero parlare, spiegare e tranquillizzare
la popolazione sulla bontà della scelta del governo, che lavorava
per il bene dei suoi cittadini. La sperimentazione iniziò in quel
maledetto mese di marzo del 1933. 253 bambini furono convocati
nell'ambulatorio comunale.
“La
puntura venne fatta a 253 bambini e ben 28 morirono nei giorni
seguenti. Quasi sotto silenzio.
Tornati a casa ci sentimmo tutti male. Si cadeva a terra, e mangiando
si rischiava di soffocarsi. Tutti piangevano, ci dovettero ricoverare
a Portogruaro, dove l’ospedale era pieno e vennero organizzati dei
reparti di fortuna. Eravamo tutti terrorizzati, ogni tanto qualche
bambino moriva”.4
Portogruaro
è un comune veneto che si sviluppa lungo le sponde del fiume Lemene,
la cui navigabilità favorì l'insediamento urbano lungo le sue
sponde. Il paese è collocato nel Veneto Orientale e confina ad est
con il Friuli Venezia Giulia. Portogruaro si colloca in un
territorio di confine tra la pianura e il mare poiché, prima delle
bonifiche avvenute nei secolo XIX e XX, la fascia costiera era
costituita da aree lagunari, che dal mare risalivano verso
l'entroterra per circa 20 km.
I
bambini furono portati all'ospedale di Portogruaro in quanto era il
più grande ed il meglio organizzato per accogliere i pazienti
provenienti da tutta l'area circostante.
Adamo
Gasparotto, e la sorellina di tre anni, se la cavarono. Negli anni
seguenti cercarono di fornire una spiegazione ai genitori dei piccoli
bimbi deceduti. Secondo le ricostruzioni pare che in un laboratorio
di Napoli un contenitore di siero non fu fatto bollire e le fiale,
che giunsero a Gruaro e Cavarzere, contenevano vaccino vivo.
Una
sostanza letale.
“Visto
ciò che stava succedendo le autorità salirono a Gruaro per far
sparire ogni traccia di quel vaccino. Passarono di famiglia in
famiglia per raccattare tutte le scatole vuote”.5
Le
parole di Adamo Gasparotto non sono le uniche che ricordano quei
tragici momenti. Diversi storici del Veneto Orientale hanno ricercato
e scritto degli eventi di Gruaro, come Gianni Strasiotto nella sua
ricerca sulla diocesi di Concordia e Ariego Rizzetto nel libro
Gruaro,
venti secoli di storia.
Come
si concluse la vicenda?
Non
risulta che furono avviate indagini giudiziarie per accertare le
responsabilità.
Alla
tragedia non vi è mai fine.
Risulta
sparito in Comune il fascicolo sulla vaccinazione dei bambini di
Gruaro. In archivio è stata rinvenuta esclusivamente la lettera con
la quale il Prefetto ordinava perentoriamente l'esecuzione delle
operazioni riguardanti il vaccino contro la difterite.
A
perenne memoria della tragedia esistono due cappelle, una nel
cimitero di Gruaro e una a Bagnara. All'interno delle cappelle sono
inseriti i nomi di tutti i piccoli deceduti in seguito all'iniezione
letale. Tutti i nomi ma non le cause che provocarono quella strage.
Lo
stato intervenne?
Ogni
famiglia colpita ebbe un indennizzo di 7000 lire.
Premesso
che alla vita umana non deve essere riconosciuto un valore economico,
dovremmo comunque comprendere a quanto ammontasse tale indennizzo.
Qualche anno dopo, esattamente nel 1937, il regime fascista offriva
un assegno nuziale di 1000 lire agli impiegati che si sposavano entro
i 30 anni. Per gli operai le condizioni erano leggermente diverse:
dovevano sposarsi entro i 25 anni e l'assegno consisteva in 700 lire.
L'assegno era accompagnato da un prestito per le persone che
guadagnavano meno di 12000 lire all'anno.
Possiamo
facilmente comprendere che la vita dei bambini valeva circa sette
mesi di stipendio.
Leggendo
le parole della famosa canzone di Gilberto Mazzi, Mille
lire al mese, possiamo
comprendere come la felicità non possa arrivare dal denaro: “..se
potessi avere, mille lire al mese, senza esagerare, sarei certo di
trovare tutta la felicità”.
Fabio Casalini
Bibliografia
Il
Gazzettino di Venezia - Bimbi usati come cavie: sparito il fascicolo
sulla strage di Gruaro – 3 dicembre 2013
Venezia
Today – Noi, bambini scelti come cavie. La verità sulla strage di
Gruaro del 1933 – 2 dicembre 2013
Il
Gazzettino di Venezia – Quei bambini usati come cavie per testare
un vaccino: morirono in 28 – 2 dicembre 2013
__________________________________
1 Venezia Today – Noi, bambini scelti come cavie. La verità sulla strage di Gruaro del 1933
2 Dati Istat Italia – statistiche sanitarie
3 Il Gazzettino – Quei bambini usati come cavie per testare un vaccino: morirono in 28
4 Venezia Today – Noi, bambini scelti come cavie. La verità sulla strage di Gruaro del 1933
5 Venezia Today – Noi, bambini scelti come cavie. La verità sulla strage di Gruaro del 1933
Fotografie: i bimbi di Gruaro nel 1933 (fonte: Il gazzettino di Venezia)
FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.
In un momento storico così delicato su questo tema .... mi emoziono ancora di più .... la vita dei bambini non può valere 7 stipendi ... è da questo capisco che forse... non abbiamo imparato nulla ... o non abbiamo imparato a difendere i bambini in nome dei nostri interessi...?
RispondiEliminaNon abbiamo imparato nulla.
EliminaAncora molte persone si chiedono se sia o meno il caso di parlare di alcuni argomenti.
D'altronde noi siamo il paese dell'armadio della vergogna...
Fabio
Ho compreso perfettamente il tuo nobile intento Fabio ma, in un paese come il nostro, pare difficile che qualcuno possa non utilizzare quel poco che conosce della storia per i propri fini.
RispondiEliminaGiovanni
Grazie Giovanni.
EliminaQuesto articolo non è diverso dagli altri, l'argomento è di stringente attualità per cui gli eventi, in esso trattati, sono manipolabile da chi difende posizioni ideologiche senza conoscere i fatti nel dettaglio.
Fabio